Da inizio anno sono oltre 20 le aziende controllate
Controlli alle aziende della Piana del Sele da parte dei finanziaeri della Guardia di Finanza di Salerno.
Dall’inizio dell’anno sono stati controllati già oltre 20 allevamenti bufalini, per analizzare le modalità di gestione dei reflui zootecnici.
I militari della Compagnia di Eboli hanno scoperto, in questo modo, gravi illeciti relativi allo smaltimento dei liquami, che in molti casi venivano scaricati direttamente nei canali consortili, mediante sistemi di canalizzazione, pozzetti e tubazioni interrate realizzati ad hoc.
E’ anche così che si contamina gravemente il terreno e le acque circostanti, destinate a riversarsi poi in mare.
Nel corso delle ispezioni sono state individuate anche numerose discariche abusive, con rifiuti “speciali” di ogni tipo, tra cui materiale inerte non trattato, ferro arrugginito, plastica e scarti di lavorazione di prodotti ortivi.
Delle 20 imprese bufaline verificate, nell’ambito dell’operazione denominata “Sele pulito”, ben 8 sono risultate non in regola con la normativa ambientale. Sono stati così denunciati all’A.G. di Salerno i rispettivi titolari, con il sequestro di aree aziendali per una superficie complessiva di oltre 118.000 metri quadrati.
L’ultimo intervento dei Finanzieri ha interessato un’azienda di Eboli (SA), in località Campolongo, a poche centinaia di metri dal mare, dove, oltre allo sversamento illegale dei reflui, sono stati rilevati gravi maltrattamenti di animali: ad esempio, vitelli privi di lettiere ed acqua e, in alcuni casi, ammassati in box di ridotte dimensioni, senza alcuna possibilità di muoversi.
È quindi scattato il sequestro dell’intero complesso, di 20.000 metri quadri. Spetterà al titolare, accusato di gravi violazioni ambientali e maltrattamento di animali, il ripristino dello stato naturale dei luoghi e la bonifica dell’intera area.
Qualche giorno fa, a Serre (SA), le Fiamme Gialle hanno sequestrato un’altra azienda agricola di circa 32.000 mq2, anch’essa dedita allo smaltimento illegale dei rifiuti.
In questo caso, sono stati scoperti anche 2 lavoratori extra-comunitari “in nero”, con permesso di soggiorno scaduto.