Nel giorno in cui la Campania resta zona gialla l’Associazione invia un lungo appello alla collaborazione. Ecco il testo:
Democratici e Progressisti occorre collaborare e individuare soluzioni. No allo scaricabarile Al Presidente De Luca chiediamo una valutazione che si basi anche sulla situazione concreta in cui versano gli Ospedali
‘’La situazione del contagio – scrivono in una nota Democratici e Progressisti -era seria a marzo, lo è ancora di più oggi con l’epidemia che sta avendo un’evoluzione e un’estensione territoriale preoccupante. Oggi però, più che mai, dopo mesi di difficoltà, di grandi sacrifici per i cittadini, di sofferenza per chi già era in una situazione di debolezza, di difficoltà per le attività produttive, di blocco della scuola, dei teatri, delle iniziative culturali, occorre evitare che si alimentino polemiche ed il prevalere di aspetti divisivi, al contrario appare necessaria la disponibilità a collaborare e ad individuare soluzioni’’. ‘’Abbiamo provato, in questi mesi, a contribuire con specifiche proposte e oggi riteniamo che la discussione circa quanto di più si potesse fare, a livello nazionale e da parte delle Regioni, per prepararsi alla seconda ondata è giusta se serve ad apportare correzioni, mentre diventa devastante se si utilizza per giocare allo scaricabarile. Non è giusto che ciò avvenga tra maggioranza e opposizione, a maggior ragione non lo è tra Governo e Regioni, tra chi cioè ha responsabilità di governo e il compito di assumere decisioni importanti per tutelare la salute pubblica. Ciò non fa altro che alimentare tensioni sociali già esistenti. A causa dell’illusione che il peggio fosse passato, appariamo oggi in parte impreparati e, per molti versi, anche spaventati. Ma proprio per questo serve più unità, più collaborazione, più coinvolgimento, se vogliamo che scatti l’adesione convinta alle misure che man mano sarà necessario adottare.
Democratici e Progressisti con il documento del 30 ottobre, che riconfermiamo nella sua interezza, riconoscendo il lavoro avviato in tutto il Paese e in Campania, ha segnalato problemi e sofferenze da rimuovere; ha evidenziato che la riapertura in Italia andava organizzata con gradualità e che nella nostra Regione le strutture ospedaliere, già colpite dal piano di rientro, sono in grandissima sofferenza.
La discussione sollevata strumentalmente sui colori politici dei governi regionali e su quelli usati per la classificazione del rischio, come se i primi avessero influenzato le scelte fatte dal Governo, ha finito per disorientare ancora di più il Paese.
Al Presidente De Luca, che giustamente ha rivendicato – numeri alla mano – i risultati ottenuti, noi chiediamo però una valutazione che si basi anche sulla situazione concreta in cui versano gli Ospedali. Abbiamo l’impressione che i freddi numeri non spieghino tutto, che siano contraddetti dall’affollamento in cui versano gli ospedali, dal fatto che chi si ammala non riesce a trovare posto nei centri Covid, che spesso non ci sono autoambulanze, che la foto delle ambulanze in fila fuori i PP. SS. sta diventando la rappresentazione costante della drammatica della situazione reale.
Nessuno vuole cancellare il lavoro fatto, è stato riconosciuto in primo luogo dai cittadini con il loro voto, ma un cambio di passo è necessario. Il sistema sanitario ha bisogno per reggere di scelte più coraggiose ancorché impopolari; lo sforzo generoso dei medici e del personale sanitario da solo rischia di non essere più sufficiente. La stessa decisione di non nominare l’assessore alla sanità, alla luce dell’andamento della pandemia, andrebbe riesaminata.
Democratici e Progressisti continuerà, come abbiamo già detto, a muoversi per dare una mano, a spingere affinché prevalga la piena collaborazione con tutti e, in primo luogo, con il Governo e con i Sindaci. Sindaci che hanno una funzione insostituibile e preziosa e che va riconosciuta da parte della Regione, così come auspichiamo anche che da Napoli questa funzione venga esercitata pienamente, senza sottrarsi dalle responsabilità e senza indulgere su aspetti e polemiche, in questo momento, irrilevanti.
Noi, dal canto nostro, in continuità con quanto proposto nel documento precedente, avanziamo altri temi di riflessione.
Questioni aperte: 1) Essendosi smarrito in Campania un corretto percorso di attuazione delle 3 T (testare – tracciare – trattare) a livello territoriale, sono stati autorizzati a praticare test sierologici e tamponi molecolari una serie di laboratori privati; rileviamo però che l’accesso a tali laboratori è avvenuto in maniera caotica, su base volontaria e senza passare attraverso i canali istituzionali (prescrizione del medico di base e chiamata alle ASL), tale mancato passaggio – dovuto anche all’insufficienza della rete territoriale di prevenzione e di ascolto – ha comportato lo sviluppo di un mercato libero, a stento controllato dal calmiere dei prezzi invocato dalla dirigenza sanitaria regionale: il danno per gli utenti appare notevole perché non si capisce a che titolo il doveroso diritto al tracciamento debba tradursi in un onere economico improprio per i cittadini utenti.
Inoltre anche l’inserimento nel data base regionale dei tamponi molecolari, di cui dovremmo avere sempre la certezza che avvenga, procede in maniera caotica e temporalmente disordinata contribuendo a determinare il caos dei dati disponibili. Riteniamo, ancora, che tutti gli ospedali dove è presente un laboratorio, andrebbero messi in condizione di operare autonomamente per i test sul personale e sui degenti (al fine della riduzione dei tempi di attesa, soprattutto negli ospedali non Covid dove l’ingresso di un potenziale ammalato Covid può innestare un potenziale focolaio).2) Fermo restando il principio che un utente, al di fuori del tracciamento istituzionale, voglia su base volontaria sottoporsi a test sierologico o a tampone molecolare presso un laboratorio privato accreditato pagando un prezzo calmierato uguale per tutti i laboratori, a nessun titolo i test sierologici o i tamponi molecolari “istituzionalmente dovuti” (cioè prescritti dal medico di base che dovrebbero poter – per ragioni di urgenza – autorizzare il ricorso al laboratorio privato) dovrebbero essere a titolo oneroso, anche se praticati presso centri privati.3) Va fortificato il percorso istituzionale di assistenza territoriale che deve rinsaldare la catena interrotta tra medico di base ed assistenza territoriale: USCA, distretti, guardia medica (il tema del ruolo dei medici di guardia medica è stato peraltro sollevato dal dr. Giuseppe Galano, responsabile del 118 a Napoli e coordinatore della rete regionale di emergenza), specialistica ambulatoriale, assistenza domiciliare integrata ed ospedalizzazione domiciliare; tutte attività che vanno riunificate in un’unica linea di comando. È questo l’unico argine che abbiamo per ridurre la pressione sugli ospedali nei prossimi 5 mesi, già da circa un mese in forte affanno. Occorre, inoltre, in tale ambito, favorire l’assunzione dei neolaureati del comparto medico e delle professioni sanitarie, il coinvolgimento dei laureandi e degli specializzandi dei primi anni, l’inserimento dei volontari del servizio civile e delle associazioni di volontariato a vario titolo coinvolte; occorre su base distrettuale o su base ASL potenziare un call center che faccia da tramite tra utenti, medici di base ed assistenza territoriale, avendo a disposizione un data base di tutti i Covid positivi (asintomatici, sintomatici in isolamento fiduciario, assistiti a casa o rientrati da assistenza ospedaliera, in attesa di negativizzazione del tampone molecolare), occorre che abbia l’accesso al numero di posti letto da predisporre in numero congruo in alberghi da convenzionare per garantire le misure di isolamento fiduciario agli utenti che non sono in condizioni di garantire tali misure (mq. insufficienti, carenza di secondo bagno etc…); tali call center – inoltre – devono essere in collegamento costante con le centrali operative provinciali e sub -provinciali del sistema 118.4) Si promuova un percorso virtuoso che consenta di effettuare i tamponi rapidi e i tamponi molecolari nelle sedi istituzionalmente predisposte, quali i distretti, ovvero nelle immediate adiacenze (tende militari in piazza), sollevando le questioni inerenti i condomini ospitanti gli studi dei medici di base. Si preveda anche l’ipotesi di finanziamenti aggiuntivi per le mense dei poveri e la possibilità di effettuare presso le stesse screening e test gratuiti per i senzatetto e le fasce più deboli della popolazione.5) Le centrali operative del 118 devono essere potenziate ad horas con personale ad hoc, secondo le richieste in atto dai direttori di centrale; il sistema privato delle ambulanze, a sua volta implicato in un uso speculativo e concorrenziale con il 118, deve essere integrato nel sistema 118; va adeguato il numero di ambulanze provvisto di barelle di bio-contenimento; la piattaforma della AIOP che provvede al contributo di posti letto in corso di disponibilità a carico della ospedalità privata accreditata deve interagire costantemente con le centrali operative del 118.
Facciamo presente che ogni euro in più che verrà speso in questa fase a carico del sistema 118 e dell’assistenza territoriale, se non verrà successivamente smantellata, contribuirà al miglioramento complessivo dell’assistenza territoriale e del 118 la cui arretratezza in Campania è in atto da circa 20 anni’’.