I democristiani dicono no alla poltrona e declinano l’invito a partecipare all’esecutivo cittadino
Il “giallo giunta ” a Castellammare di Stabia crea una spaccatura all’interno della maggioranza del sindaco Gaetano Cimmino. Anticipando le scelte del primo cittadino della città delle acque, i democristiani (fondazione DC) rompono gli schemi ed avvisano la ormai loro ex maggioranza di esser giunti alla conclusione che non ci sono più i presupposti per continuare il “viaggio” insieme
Di seguito la nota:
‘Egregio sig. Sindaco,
sono ben tre anni che il nostro gruppo è oggetto di vessazioni politiche e mediatiche, di palesi estromissioni, da parte della maggioranza pur facendone parte. nei momenti in cui la situazione esigeva delle decisioni, ed aver subito dalla stessa ignominiosi attacchi politici anche e spesso fuori luogo e privi di gusto. Invano abbiamo cercato di proporre le nostre idee che puntualmente venivano respinte.
Oggi ci si chiede di far parte di un esecutivo dove ancora una volta le scelte di impostazione sono state decise collegialmente da tutti tenendoci ovviamente e per l’ennesima volta fuori, da una nostra collegiale disanima dei fatti fin qui menzionati, siamo giunti alla decisione unanime di declinare educatamente come nel nostro costume, l’invito.
La motivazione preminente è che non ci sentiremmo a nostro agio, nel prendere parte ad un esecutivo che ha richiesto, per la sua creazione, mesi di gestazione politica e non, contraddistinta dall’ennesimo e ripetuto attacco nei nostri confronti senza avere un benché minimo cenno di difesa da parte sua.
Accettare l’invito significherebbe occupare una poltrona per il semplice segno di potere, in contraddizione palese con il nostro modo di intendere la politica, infatti noi abbiamo provato a creare squadra, lei ha creato gruppi di vari livello con vari personalismi presiedendoli tutti.
Solo per dovere di cronaca le confermiamo che il nostro idealismo politico ci vedrà partecipe sempre nell’area di centrodestra, così come abbiamo fatto per tre anni, solo che stavolta, se il nostro punto di vista dovesse essere difforme dalla sua visione politica, sicuramente daremo voce al nostro dissenso senza reprimerci come abbiamo fatto fin’ora per una questione di collegialità.”