“Centri storici, zone agricole e zone montane vanno tutelate con vincoli precisi e stringenti, ma il Piano Paesaggistico Regionale escluda le aree definite come “città diffusa” e “città compatta”, zone già altamente urbanizzate o industriali”. A dirlo è Ilaria Abagnale, sindaca di Sant’Antonio Abate, uno dei Comuni che hanno deciso di presentare alla Regione Campania delle proposte e delle osservazioni al Piano Paesaggistico Regionale, come richiesto con decreto dirigenziale dello scorso 8 febbraio.
“Il Piano Paesaggistico Regionale è uno strumento importante per l’esercizio del potere di controllo sulle trasformazioni del territorio, tese ad evitare l’esecuzione di quegli interventi che potrebbero pregiudicare il delicato equilibrio che lega il paesaggio al suo corretto utilizzo.
Per il raggiungimento di tale obiettivo è opportuno che la soprintendenza venga sollevata dall’eccesso di richieste di autorizzazioni provenienti da quei territori comunali che non hanno necessità di tutela e ciò al fine di concentrare e valorizzare l’azione di controllo sulle zone meritevoli di essere salvaguardate.
Per questo motivo, come Comune di Sant’Antonio Abate, abbiamo pensato di fornire un nostro piccolo contributo di proposte e osservazioni al nuovo PPR, chiedendo di alleggerire il regime vincolistico in alcune aree già densamente urbanizzate, rafforzando invece vincoli nelle aree di maggiore interesse storico, ambientale, naturalistico e paesaggistico del territorio”.
Ecco, dunque, la proposta avanzata alla Regione Campania: “Chiediamo la caducazione del vincolo paesaggistico relativamente ad alcune porzioni del territorio comunale densamente urbanizzate, con esclusione del centro storico e delle zone agricole libere. In questo modo – conclude la prima cittadina di Sant’Antonio Abate – a beneficiarne sarà anche il carico della Soprintendenza, spesso chiamata ad esprimere pareri anche su piccoli e banali interventi che nulla hanno a che vedere con la tutela dei centri storici, del paesaggio e dell’ambiente”.