“Sappiamo chi ha ucciso la città, i loro voti non li vogliamo”. Il Pd di Castellammare alza l’asticella della discussione. E dopo l’appello di Gratteri accolto dal presidente dem Roberto Elefante, arriva l’appello al voto pulito da parte di tutto il partito, diffudo da Nicola Corrado in qualità di coordinatore del progamma del Pd.
Noi sappiamo i nomi di chi ha inquinato la politica e la vita amministrativa della città, noi sappiamo chi ha trascinato il Consiglio Comunale nel baratro dell’ignoranza e della prepotenza, del ricatto, dell’esercizio del potere per alimentare voti clientelari e interessi particolari. Noi sappiamo chi ha favorito le società degli amici degli amici, chi è andato a prendere i voti “in quelle strade e in quei quartieri”, chi ha fatto finta di non vedere. Noi sappiamo i nomi dei professionisti compiacenti, quelli che hanno riciclato i soldi della camorra, quelli che hanno fatto affari insieme, quelli che si sono girati “dall’altra parte”, quelli che salutano riverenti per strada assassini e delinquenti, quelli che “vi posso offrire il caffè”, quelli che “bisogna convivere con la camorra”, quelli che non hanno mai sparato ma hanno ucciso la città. Noi sappiamo tutti quei nomi, ma non abbiamo le prove, ma ciò nonostante noi sappiamo e possiamo scegliere con chi stare, con chi fare alleanze, chi candidare: noi sappiamo che quelle persone e quei voti non li vogliamo. E lo diciamo con voce alta: Non li vogliamo.
Dopo due anni di mortificante sospensione democratica della vita delle Istituzioni cittadine, a seguito dello scioglimento del Consiglio Comunale perché infiltrato dai diversi clan di camorra che agiscono nell’ampia area stabiese, i cittadini hanno la possibilità l’8 ed il 9 giugno di voltare pagina e scrivere un nuovo ed entusiasmante capitolo del proprio futuro. Per riuscire in questa impresa dobbiamo contrastare uno stato d’animo diffuso nella città, un sentimento che rischia di diventare la cifra psicologica di migliaia di cittadini e della maggioranza dei giovani: una sorta di assuefazione all’esistente ritenuto immutabile, una tensione alla rassegnazione del “presente” privo di porte e finestre che affacciano sul “futuro”.
Su questo terreno si colloca la nostra prima sfida che diventa il nostro primo obiettivo del programma che proponiamo alla valutazione della città: riconquistare una speranza collettiva e popolare di futuro e iniziare a costruire una “narrazione del riscatto”. Senza questo “sentimento di fiducia popolare nel futuro” nessun programma potrà mai essere credibile e realizzato. Il nostro obiettivo è la “città possibile”, una città che non esiste ancora ma che è appunto possibile costruire se ci crediamo e ci battiamo insieme.Non possiamo fare finta che nulla sia accaduto, che ciò che abbiamo alle spalle sia un semplice incidente di percorso, comprendere infatti quello che è accaduto rappresenta il primo passo verso la “città possibile”. Il rischio, altrimenti, è di riportare le lancette dell’orologio esattamente al punto di partenza, il punto dove si è consumata la sconfitta della città, della sua classe dirigente e soprattutto della politica. Il decreto di scioglimento è solo l’atto finale e tardivo di un processo lungo e complesso che ha prodotto il deterioramento dei partiti, del gioco democratico e delle Istituzioni. Per più di 30 anni la città ha subito l’influenza criminale di due clan, i D’Alessandro ed i Cesarano, che hanno occupato “manu militari” il nostro territorio.
Occupazione militare di quartieri, dove risiedono migliaia di cittadini, che votano ed influenzano “democraticamente” il processo di formazione della classe dirigente politica. Occupazione economica di attività produttive, lecite e non lecite, attraverso professionisti ed imprenditori, anch’essi concorrenti nel processo di formazione della “guida” della città.Castellammare è stato questo: una città occupata, invasa, prigioniera, e lo è ancora. Se ciò è vero, ed è vero, il punto di caduta della nostra riflessione deve essere come liberiamo Castellammare dalla camorra, assunta nella sua dimensione criminale ma soprattutto di organismo vivente nella società, nella nostra comunità, dove svolge un’attività “politica” ed ha un forte consenso popolare. Questo consenso popolare è alla base “dell’infiltrazione” della camorra nella vita politica, amministrativa ed economica.
All’affermazione e al radicamento delle consorterie criminali si è accompagnato, rappresentando l’altra faccia della medaglia della nostra sconfitta, un processo involutivo della politica che ha distrutto una sua dimensione di qualità, che ha ristretto la partecipazione democratica, che ha destituito di autorità i partiti e i gruppi dirigenti, impegnati per anni in una guerra tra bande che ha spazzato via il confronto e la competizione delle idee affermando un barbaro principio di forza che misura la legittimazione della classe dirigente solo ed esclusivamente sulla capacità di costruire il consenso, di contare i voti, di allargare le fila degli eserciti che hanno nel corso degli anni alzato le bandiere del potere non come mezzo ma come fine da raggiungere “a tutti i costi”.
Ebbene il costo pagato è lo scioglimento per infiltrazione della camorra. Il cedimento strutturale di Palazzo Farnese inizia con la vittoria elettorale dell’analfabetismo politico, umano,culturale, dentro e fuori i partiti, che ha generato Consigli Comunali “indecenti”, volgari e permeabili alle dinamiche criminali. Sulla base di questa analisi riteniamo fondamentale la scelta del candidato alla carica di Sindaco ed allo stesso tempo la costruzione di una nuova qualità della politica, della classe dirigente diffusa, della riforma radicale dei partiti e soprattutto della messa al bando delle false esperienze di civismo, con l’obiettivo di eleggere un consiglio comunale di “grande qualità democratica” in grado di guidare gli ambiziosi obbiettivi di trasformazione della città e di costituire un argine robusto contro i tentativi di infiltrazione della camorra. Il tema vero per noi è la selezione della classe dirigente e partire dalla composizione delle liste elettorali.
Il nostro impegno programmatico parte dalla composizione della nostra lista elettorale e politica, che coinvolgerà le energie migliori della città sulla base della passione, dell’impegno, e soprattutto dello studio, per affermare “un’intelligenza collettiva al servizio della città”. È una strada difficile, è in salita, è più lunga, richiede più impegno ma è l’unica strada che per noi ha “unsenso” percorrere. Intendiamo percorrere questa strada con determinazione ed umiltà e vogliamo coinvolgere in questo cammino i partiti, i movimenti, le associazioni laiche e cattoliche e tutti i cittadini che vogliono lavorare alla costruzione di un Nuovo Laboratorio Politico Stabiese: “il Cantiere del Futuro”, capace di unire le migliori tradizioni culturali del riformismo laico e socialista, del cattolicesimo democratico, dell’ambientalismo, del femminismo e del pacifismo.
Nel nostro cantiere vogliamo costruire il Futuro della città Possibile. Il 22 e il 23 marzo proveremo a scrivere “dal basso” il nostro programma e vi invitiamo a partecipare e a dare il vostro contributo di idee e di passione civile.
Open Space Tecnology: la città possibileSaranno costituiti 7 tavoli di lavoro che saranno impegnati venerdì pomeriggio e sabato mattina sui i seguenti temi:1 Acque Termali, Fincantieri, Porto e Centro Antico:” innovare la tradizione”, una sfida possibile
2 dalla Villa al fiume Sarno, la nuova città del mare
3 da Varano a Faito, il viaggio nel “tempo futuro” verso il parco archeologico e universitario
4 Castellammare HUB turistico: la nuova metropolitana cittadina e i quartieri popolari
5 Stabia solidale e anticamorra: le scuole presidio di legalità, nuovi percorsi di cittadinanza ed inclusione
6 Smart city e la comunità energetica stabiese: le” nuove qualità” della vita
7 Next Generation /stabia: giovani, donne, migranti, cultura e sport
Sabato pomeriggio saranno illustrati i lavori dei singoli tavoli e si aprirà un confronto complessivo sulla “città Possibile”.È possibile registrarsi all’evento scrivendo all’indirizzo nonsceglierobarabba@gmail.com indicando le proprie generalità, recapito telefonico e a quale tavolo si intende partecipare.Avanti, insieme verso la città Possibile
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