Cento sindaci appoggiano la candidatura di Pompei a capitale della cultura. Torre del Greco, Torre Annunziata, Ercolano, Piano di Sorrento. Solo per citarne alcuni del comprensorio. Tutti tranne Castellammare di Stabia. Un guanto di sfida lanciato da Vicinanza & co. per lo smacco di Marina di Stabia diventata “Marina di Pompei”.
C’è però un retroscena da raccontare. Una telefonata tra Carmine Lo Sapio e Gigi Vicinanza, prima che scoppiasse il Boccia-gate che ha travolto il ministro della cultura Sangiuliano. L’obiettivo del sindaco di Pompei era quello di incassare il sostegno anche del Comune di Castellammare di Stabia. E invece la risposta è stata un secco “no”: non posso, qui mi crocifiggono se lo faccio, è stato più o meno il tenore delle parole di Vicinanza, lasciando Lo Sapio a bocca aperta.
Non solo. Passano poche ore e il sindaco di Castellammare fa partire un documento politico sottoscritto da tutta la maggioranza di centrosinistra su Marina di Stabia e il progetto delle opere a terra, la cui conferenza dei servizi inizialmente prevista per il 3 settembre è slittata a inizio ottobre. Nel documento c’è un passaggio che la dice lunga: “Marina di Stabia rappresenta un patrimonio unicamente “Stabiese” la cui denominazione deve rimanere PORTO DI MARINA DI STABIA senza ulteriori indicazioni geografiche”, in riferimento all’accordo tra i vertici del porto turistico e il Comune mariano per aggiungere “Pompei” alla denominazione sull’altare di un progetto che prevede un approdo di traghetti da e per le isole del golfo di Napoli.
C’è poi da dire che quando, durante l’amministrazione Cimmino, Castellammare si candidò a capitale della cultura da Pompei non arrivò di certo un sostegno.
Alberto Cimmino
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