Finisce all’asta il marchio Terme di Stabia. E parte l’appello dei Democratici a Progressisti per acquisirlo al patrimonio comunale. “Non è una bella notizia la messa all’asta, da parte del Tribunale di Torre Annunziata (ufficio fallimenti), del marchio TERME DI STABIA. Chiediamo alla Commissione Straordinaria di valutare con attenzione questa situazione e di predisporre gli atti per acquisire al Comune il marchio” è l’appello di Lello Aponte.
“La chiusura e la successiva devastazione delle Terme rappresentano una ferita per la nostra comunità; sono vicende che, insieme allo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni
camorristiche, hanno scosso la fiducia che la città possa riuscire a superare le attuali difficoltà e fatto crescere la critica nei confronti delle forze politiche. In questi mesi però, pur tra contraddizioni e scelte da correggere, sono state avviate iniziative che potrebbero aprire nuove prospettive di ripresa: l’attenzione per la tutela delle nostre sorgenti, anche grazie a iniziative di associazioni, cittadini e nelle istituzioni, l’avvio della progettazione per il recupero delle A. Terme sulla base delle risorse previste nel CIS, la stessa acquisizione dell’Acetosella nella previsione di riprendere l’attività d’imbottigliamento.
La realizzazione del Nuovo Ospedale, grazie all’intervento della Regione si è impedito che i beni fossero svenduti e/o finissero in mano alla criminalità, ci racconta di una soluzione, di un rimedio – la chiusura delle Terme rimane comunque un fatto grave – utile per migliorare la sanità nel nostro territorio. Il 23 gennaio, tra pochi giorni, si terrà la nuova udienza per la vendita del nostro marchio, noi pensiamo che sia indispensabile che il Comune presenti l’offerta per evitare che, il marchio, in mano a privati, possa essere usato per le più diverse attività.
Quello delle Nuove Terme è un marchio importante sia per completare con quest’ulteriore tassello le iniziative in atto per l’imbottigliamento e quella per la riapertura delle Antiche Terme, che per
ipotizzare soluzioni, ne dovrà discutere la città, per rilanciare l’area di proprietà del Comune del Parco dei Cigni, della mescita e del Centro Congressi” conclude il segretario di Democratici e Progressisti.
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